Dalle dirupate pendici del caratteristico Resegone di Lecco si staccano dei contrafforti che dirigonsi verso Calolzio, gradito soggiorno di villeggiatura a meno di un'ora di ferrovia da Milano, e vi formano un vallone profondo e scosceso che prende il nome d' Erve dall'unico villaggio che vi si incontra, e nei cui inesplorati burroni scorrono le copiose acque della Gallavesa, il turbinoso torrente che fornisce l'energia elettrica per l'illuminazione dei paeselli di quella plaga.
Le naturali bellezze di questa tipica valle, la spaventosa ripidità delle pareti di roccia che la delimitano, l'insolita angustia delle tenebrose forre nel cui fondo scorrono le spumeggianti acque del torrente, i baratri vertiginosi che s'aprono nell' alveo roccioso, danno a questo vallone un aspetto cosi selvaggio e imponente, da destare meraviglia ed ammirazione in quanti lo visitano, e da non temere il confronto colla tanto decantata Via Mala svizzera.
Per raggiungere il ridente paesello di Erve, che trovasi alla sommità del vallone in una verde conca a cui fanno sfondo le scoscese pareti del Resegone si segue una ripida mulattiera che da Rossino, l'ultimo villaggio dove arriva la carrozzabile che lo unisce alla stazione ferroviaria di Calolzio, s'inerpica sopra uno sperone montuoso che sbarra a picco la valle e guadagnatane la cresta, ridiscende nelle praterie che circondano le casupole raggruppate intorno alla vecchia chiesa.
Fino dal 1875 l'ing. Palvis aveva pensato a migliorare ed accorciare questa strada studiando un nuovo tracciato che, invece di superare lo sperone montuoso, lo girasse sul fianco, scavando nella roccia a picco la nuova sede stradale: ma difficoltà tecniche ed economiche ne avevano ostacolata l'esecuzione e per quanto nel 1901 una compagnia di valligiani si fosse accinta all'impresa, non ne era venuta a capo.
Finalmente nel 1907, mercè i vantaggi portati dalla legge del 1903 per le strade d'accesso alle stazioni feroviarie, fu possibile riprendere i lavori, ampliandoli in modo che la stessa, dapprima progettata come semplice mulattiera, diventasse carrozzabile e dopo quattro anni di fatiche e colla dolorosa perdita di cinque poveri operai, la bellissima carrozzabile è oggi ultimata, e su una lunghezza di tre chilometri, più di uno è letteralmente scavato nella viva roccia ed a picco sul sottostante profondo burrone.
A festeggiare questa vittoria dell'operosità di quei buoni valligiani, convennero ad Erve la prima domenica di settembre le principali autorità comunali e provinciali del luogo, unitamente ad una grossa falange di ciclisti, escursionisti, alpinisti e automobilisti, cordialmente ricevuti dal sindaco Valsecchi, attorniato dai membri dell'amministrazione comunale e dalla popolazione restante.
Quando l'on. Silvio Crespi, il deputato del collegio di Caprino di cui Erve fa parte vi arrivò in automobile, seguito poco dopo da lunghe schiere di ciclisti, di escursionisti, trovò tutte le case imbandierate, e dopo un servizio religioso in suffragio delle anime delle vittime della strada, tutta la popolazione col clero in testa e colle autorità ivi convenute si recò processionalmente a benedire la grandiosa opera, che costò tanti anni di rude lavoro e una spesa di poco inferiore alle duecentomila lire.
Con questa nuova carrozzabile l'accesso al ridente paesello di Erve è di molto agevolato e quando sarà attivata la trazione elettrica sulla linea Milano-Lecco, si potrà arrivare a Calolzio in poco più di mezz'ora, e di là, con un opportuno servizio di automobili, ad Erve in una ventina di minuti. Allora quel fortunato villaggio potrà diventare uno dei più graditi e comodi luoghi di villeggiatura per i buoni milanesi, che potranno sfuggire l'afa della città ed andare a ritemprarsi le forze in una località dove, alla dolcezza del clima, va unita l'incomparabile bellezza della natura, e la gentilezza degli abitanti.